martedì 25 gennaio 2011

Creazione

Anassagora è convinto che tutto lo spazio sia pieno di qualcosa, anche se non riusciamo a vederlo.
Nulla nasce e nulla muore, ma v’è un perpetuo mescolarsi e disunirsi di tutte le cose che esistono. Quindi si dovrebbe più esattamente parlare del nascere come di un' associazione e del perire come d’una separazione. Anassagora della mente: all’inizio tutte quante le cose, dalle infinitamente grandi alle infinitamente piccole, erano in stato di quiete; poi la mente le mise in moto ed esse cominciarono a ruotare.
Nulla si crea e nulla si distrugge. Le cose già esistenti si combinano e si dividonoecco tutto. Pensate al tutto come a un’infinità di semetti che contengano tutto quello che c’è. Perciò, ogni cosa è in ogni altra cosa.
Dov’era la materia infinitesima prima che fosse messa in moto dalla mente?Dovunque.
Perché la mente mise in moto la creazione?Poiché tale è la natura della mente.
Al momento della creazione c’era solo il tempo infinito. Poi però il Saggio Signore (Ahura Mahzda) volle congegnare una trappola per Arimane e creò il tempo finito all’interno del tempo infinito e indistinto: il tempo del lungo dominio. La razza umana è ora incapsulata entro il tempo del lungo dominio come una mosca racchiusa in un pezzo d’ambra. Alla fine del tempo del lungo dominio, il Saggio Signore sconfiggerà il suo gemello e le tenebre verranno incendiate dalla luce.
Pitagora pensava che la singola unità è la base di tutte le cose. Dall’unità deriva il numero. Dai numeri, i punti. Dai punti, le linee di connessione. Dalle linee, i piani e dai piani, i solidi. Dai solidi, i quattro elementi: fuoco, acqua, terra, aria. Questi elementi si mescolano e formano l’universo, che è costantemente vivo e mutevole. Pitagora riteneva che, fra tutti i solidi, la sfera è il più bello, e che fra tutte le figure piane la più sacra è il cerchio, poiché tutti i suoi punti sono connessi e non c’è né principio né fine. Inoltre sosteneva che lo scopo di ogni uomo nel corso della vita, dovrebbe essere quello di liberare la scintilla di divinità che in lui risiede, di modo che essa possa ricongiungersi all’intero universo, che egli concepisce come una sorte di mobile e vivente etere… un perfetto e armonioso insieme. Scopo del suo insegnamento è di rompere il cerchio perpetuo della morte e rinascita. Secondo lui, a ciò si può arrivare mediante l’abnegazione, i rituali, la purificazione, la dieta, lo studio della musica e delle matematiche. Ritiene che tutte le cose siano connesse fra loro, che noi tutti facciamo parte di un unico cosmo, che ciascuno di noi condivide la divinità del tutto; ma non potremo ricongiungerci al tutto finché non ci saremo liberati della carne, che è la nostra tomba.
Liside: Gli uomini devono morire poiché non possono congiungere il principio alla fine!
Una mezza verità equivale a un’intera menzogna diceva Zoroastro.
Qual è la teoria più bizzarra sulla creazione?La teoria secondo cui il creato non esiste, che noi non esistiamo, che tutto è un sogno. E il sognatore chi è?Colui che si sveglia, e ricorda.
In questo vecchio mondo non c’è nulla di nuovo, tranne noi stessi!
I buddisti credono nel passaggio delle anime da una persona in un’altra, o in un animale, in una pianta, in una pietra. Per loro lo stato più elevato è il nirvana: cioè venir spenti come una candela. Arrestare la lunga catena dell’essere, esistere al sommo dell’universo: perfetti, immobile e completi. Cessare di desiderare le cose di questo mondo. Obbedire alle leggi eterne.
Siamo tutti fatti della stessa sostanza. Minuscole particelle, o monadi di vita, si associano e dissociano, e riassociano in questa o quella forma. Alcuni ascendono il ciclo della vita, alcuni lo discendono. Secondo i giainisti, il cosmo è pieno di atomi che sono le monadi. Non vi è né principio né fine. Siamo destinati a passare in perpetuo da un livello all’altro, su e giù, come abbiamo sempre fatto e sempre faremo, finché il ciclo del mondo non finirà.. per poi ricominciare. Non è evidente che non c’è via di scampo?Tranne che diventare completi integrando noi stessi con l’universo!
Per Buddha non si sacrificano animali, si sacrifica l’animale che è in noi.
L’unica assoluta conquista è l’abbandono assoluto.
Nessun dio può essere illuminato e arrivare all’estinzione senza prima essere rinato in spoglie umane.
Ogni cosa soggetta a causa, diceva il Buddha, è come un miraggio. Per lui, la personalità umana è qualcosa di simile a un brutto sogno.
La vita è un sogno, è un miraggio, è qualcosa che il sé produce da sé. E quando il sé scompare, essa scompare.
Porta a lungo una maschera e finirai per rassomigliarle!
Gli uomini non sono più quali erano il principio, allorché ogni uomo viveva solo per se stesso, il che significa che diversi uomini avevano idee diverse, sul male e sul bene, il che è una pessima cosa, poiché nessuno può negare che tutte le sofferenze del mondo hanno inizio dal disaccordo su ciò che è bene e ciò che è male.
Meno si dice, prima si ripara!

La scopa del sistema

Tutto ciò che davvero esiste della mia vita è limitato a quello che se ne può raccontare. Ricerche filosofiche di Wittgeinstein
L’intelligenza non consente per niente di agevolare le soluzioni al problema dell’esistenza reale degli individui; al sentimento di sé come mistificatore; al rimbombare del mondo privato immerso (e agente) in un mondo esterno e pubblico ininterrottamente intento a progettare catastrofi; ai disturbi della percezione di sé.
Il sapere è sempre una ripetizione.
L’universo di ciascuno di noi è profondamente e nettamente e compiutamente diviso in l’Io e l’Altro. Non solo ciascuno dei nostri universi ha questa caratteristica, ma che noi tutti, per natura e senza eccezione, siamo consapevoli del fatto che esso universo sia così diviso, in Io da un lato e Altro dall’altro. Esaustivamente diviso. E’ parte della nostra consapevolezza. Come assioma prescrittivo c’è l’altrettanto indubbiamente vero e inoppugnabile fatto che ciascuno di noi dovrebbe desiderare che il proprio universo fosse il più pieno possibile.
Lei la sua vita può sentirla. Può sentirla purché la storia preveda che la senta; ma non è una situazione reale. A me sembra reale esattamente nella misura in cui ci viene detto che è reale. La vita di quella donna è la storia, e se la storia dice: solo che quello che la donna non sa è che la sua vita non le appartiene. Che lei e la sua vita esistono per un motivo. Mi sta dicendo che la donna deve la propria esistenza a chi la sta raccontando?Nonna dice che ogni racconto si trasforma automaticamente in una specie di sistema, un sistema che controlla tutti i personaggi coinvolti. Per definizione, ogni racconto crea e delimita e definisce. La grassa eppur bella signora non è effettivamente reale, e nella misura in cui è reale è usata, e se reputa di essere reale e di essere non-usata è solo perché il sistema che la deduce e che la usa fa sì per definizione che si senta reale e non-dedotta e non-usata.
Il sogno: dove si colloca? Nel DIO, ecco dove si colloca, cioè nell’inconscio sognante. Interno-Esterno. L’Esterno s’introduce, s’introduce perché l’Interno non funziona. L’Interno non mantiene in funzione la distinzione. L’Interno lascia entrare l’Esterno. Cosa fa l’Esterno?La sporca, sporca di Altro l’Io. Forza la membrana e se la membrana è ciò che rende lei il lei e non lei il non-lei. Che la rende insicuro, rende lei il <<lei>>, insicuro, ossia non più aderente al proprio versante della membrana. E allora cosa succede?Succede che s’interrompe la comunicazione. Lei si disorienta, diventa sospettoso. Le cose non significano quello che significano.
Il significato di una cosa non è più o meno altro che la sua funzione.
Lenore o quantomeno sia sempre strenuamente ancorata alla propria posa e quindi formalmente convinta d’essere nient’altro che l’atto del proprio pensare, l’atto del parlare e raccontare, sicché possiamo limitarci a dire che Lenore è solo l’atto del suo pensare, e che l’unica cosa di cui può essere certa è di essere il proprio pensare!
Sicché, se siamo solo l’atto del nostro pensare, non possiamo pensare a noi stessi. Noi pensiamo tutte e soltanto le cose che non pensino se stesse, che non siano atto del nostro pensare, quindi che siano Altro.
Sicché se pensiamo a noi stessi rispetto al gioco, significa che pensiamo al nostro pensare. Però si è stabilito che l’unica cosa cui non potessimo pensare fosse il nostro pensare, poiché l’oggetto del nostro pensare deve sempre essere Altro. Possiamo pensare solo le cose che non possono pensare se stesse.
Sicché se pensiamo noi stessi, non possiamo essere l’oggetto del nostro pensare.
Se non riconosciamo l’esistenza del sistema, la nostra efficacia e funzione come sue parti è nulla.
L’attaccamento alle cose, ai luoghi, agli altri esseri viventi richiede un dispendio di energie e di attenzione decisamente eccessivo rispetto al valore delle cose così rapportate all’attaccamento. Il tentativo di far sì che il controllo della propria vita dipenda da cose e persone esterne a detta vita è una cosa stupida!
Chi è Gesù?Lui è noi!Noi siamo Lui!Noi siamo Gesù!
Sarete soci del Signore e sarete automaticamente in Cristo. L’uno nell’altro!I vostri desideri diverranno quelli di Cristo, e così più nulla vi mancherà. Perché Gesù non vi mancherà!
L’individuo che è socio di Dio non è forse un individuo che riconosce la funzione che Dio gli ha assegnato, e che trova nella propria anima la forza di portarla a termine?

lunedì 24 gennaio 2011

PerdutaMente

Beati gli smemorati, perché avranno ragione dei loro errori (Nietzsche.)
Ci sono alcuni imperativi che non hanno alcun senso di essere utilizzati. Ci sono verbi, che non possono essere usati all’imperativo.
Amare non può essere usato all’imperativo. Come si può ordinare a qualcuno di amarci? Non si può. O si ama o non si ama. L’amore si può provare e non imporre.
Dicono che chi dimentica il passato è costretto a riviverlo, ma io preferisco credere che chi dimentica il passato avrà ragione dei propri errori.
Quante persone, al mondo, potevano dire di aver sperimentato davvero il sottile piacere che ti dà la consapevolezza dell’inutilità delle parole?!
Quello che so, non è mai esistito. Quello che so di me, quello che mi hanno raccontato, è una balla. Una grossa e gigantesca balla.
Eppure, neppure noi possiamo immaginare che il teatrino dell’assurdo che così minuziosamente abbiamo creato non si avvicina nemmeno lontanamente, per quanto assurdo, all’assurdità della verità!
E’ così è un miracolo che non ricordi niente, e Dio ci scampi dalla sua possibilità di ricordare. Perché se ricorderà, allora saprà. Saprà che tutto quello che le abbiamo raccontato è una bugia, che la sua vita è una bugia, che l’abbiamo costruita.
La verità è quella che senti, per istinto, dentro. Perché anche se falsa, è una verità assoluta, perché è tua perché ti viene da dentro.
Meditazione, meditazione e meditazione, e poi, alla fine, finalmente resurrezione!
Possibile che davvero non si rendesse conto che quello era qualcosa di troppo più grande di lei? Non può essere più grande di me qualcosa che solo io posso far andare avanti. Forse quello che non riesco a cogliere è il fatto che io sono quella storia. Che tutto quel contro cui sto lottando, è dentro di me.

L’origine dell’Universo e l’origine della religione

Processo è sinonimo di cambiamento e costituisce la coscienza stessa.
Con processo storico s’intende la comunicazione tra l’essere interiore delle azioni e dei piani e l’essere interiore delle creature umane.
La saggezza accumulata finora deve farci riconoscere che il processo è la realtà della vita.
Il principio antropico è la base secondo la quale, la nostra stessa esistenza giustifica, di fatto, gli eventi improbabili e tuttavia necessari a renderla possibile!
I bambini percepiscono le contraddizioni molto prima di essere esposti alle credenze sociali, e sono convinto che riportino delle lesioni cerebrali se lasciano che le seconde prevalgano sulle prime: un cervello costretto ad accettare le contraddizioni non può che trasformarsi in poltiglia.
Ogni documento o storia che sia stata trasmessa fino a noi contiene probabilmente un elemento di verità. Altrimenti, non ci sarebbe mai pervenuta.
Che cosa intendiamo per religione? Santayana la definiva una riposta al mistero e al pathos dell’esistenza, ed io aggiungerei l’estasi e la tragedia dell’esistenza.
La natura è ordinata, in essa ogni effetto ha una causa antecedente. L’universo fisico è retto da leggi deterministiche modulate dall’indeterminazione quantistica.

sabato 15 gennaio 2011

La scienza occulta

La conoscenza umana, così come si esplica nella vita giornaliera e nella scienza comune, è realmente costituita in modo che non può penetrare nei mondi soprasensibili.
L’anima sperimenta se stessa nel proprio applicarsi alla natura. In questa sua attività essa si conquista in modo vivente qualcosa che va oltre il sapere della natura, cioè uno sviluppo di se stessa sperimentato nella conoscenza della natura.
Nella scienza occulta si acquista la certezza che, il bene e il male dei singoli sono intimamente collegati con la salvezza e la rovina del mondo intero. Vi è una via lungo la quale si arriva a conoscere che si arreca un danno al mondo intero e a tutti gli esseri che sono in esso, non sviluppando in modo giusto le proprie forze. Se l’uomo rovina la sua vita perdendo la connessione con il soprasensibile, egli non solo distrugge entro di sé qualcosa la cui scomparsa può spingerlo col tempo alla disperazione, ma con la sua debolezza crea un ostacolo allo sviluppo dell’intero mondo in cui vive.
Un essere umano nasce nell’ambiente corrispondente al suo destino.
Cinque qualità dell’anima che il discepolo dell’occultismo deve acquistare per mezzo di una regolare disciplina: la padronanza del pensiero, il dominio sugli impulsi volitivi, l’imperturbabilità dinanzi al piacere e al dispiacere, la positività nel giudicare il mondo, la spregiudicatezza nella concezione della vita.
In effetti, il più piccolo processo del mondo può essere compreso soltanto quando si riconosca in esso il riflesso dei grandi processi cosmici. Tutto ciò che si svolge nell’uomo, è un riflesso di grandi processi cosmici che sono collegati con la sua esistenza. Se si vogliono comprendere le osservazioni della coscienza soprasensibile sui fenomeni che si svolgono fra la nascita e la morte, e poi ancora dalla morte fino a una nuova nascita, occorre aver acquistato la capacità di decifrare le osservazioni immaginative per mezzo delle rappresentazioni tratte dallo studio dei grandi processi cosmici.