La gnosi rappresenta la
conoscenza totale, incommensurabilmente superiore alla fede e alla ragione.
Histoire critique du gnosticisme di Jacques Matter: la gnosi rappresenta il tentativo di introdurre nell’ambito del
Cristianesimo di tutte le speculazioni cosmologiche e teosofiche che avevano
formato la parte più considerevole delle antiche religioni dell’Oriente, e che
anche i neoplatonici avevano adottato in Occidente.
Lo gnosticismo è un’attitudine esistenziale assolutamente
caratteristica, un tipo speciale di religiosità; un’attitudine che riapparirà spontaneamente al di fuori di qualsiasi
trasmissione diretta. La Gnosi sarebbe la fonte
di tutte le religioni e il loro supremo fondamento.
Si possiede la gnosi, conoscenza beatificante quando si discrimina
l’assoluto nella sua intima essenza da ciò che lo relativizza! (Paul Masson-Oursel)
Lo gnostico parte da un’esperienza assolutamente
soggettiva per elevarsi alla ricerca di un’illuminazione salvifica!
Se molti gnostici parlano un
linguaggio sconcertante per l’uomo contemporaneo, la loro attitudine è, in
fondo, molto moderna: essi ci appaiono come uomini angosciati dall’idea di essere gettati nel mondo, i quali
credono di aver trovato il modo di vincere questa insopportabile angoscia
sfuggendo al mondo stesso.
Si può chiamare gnosticismo o gnosi ogni dottrina o
attitudine religiosa fondata sulla teoria o sull’esperienza del conseguimento
della Salvezza attraverso la conoscenza.
La gnosi rappresenta un’esperienza interiore
attraverso la quale, nel corso d’illuminazione che è insieme rigenerazione e
divinizzazione, l’uomo rientra in possesso della sua verità, si risveglia e
recupera la coscienza di sé, ovvero della sua natura propria e della sua
origine autentica; per ciò stesso, egli si conosce o riconosce in Dio, conosce
Dio e appare a se stesso come emanato da Dio ed estraneo al mondo, acquisendo
con il possesso del proprio “io” la spiegazione del proprio destino e la
certezza definitiva della propria salvezza. (H.C.Puech)
Preghiera catara: Non abbiate
pietà della carne nata dalla corruzione ma dello spirito che vi è imprigionato!
Gli gnostici nutrono una
generale avversione per il corpo perché è inteso come strumento di umiliazione
e sofferenza; attira lo spirito verso il basso gettando in un abietto torpore,
nel degradante oblio della propria origine. Il puro gnostico aborre il parto,
responsabile dell’imprigionamento delle anime sventurate.
C’è di peggio: a
imprigionarci non è solo la carne ma anche tutta una serie di determinismi
psicologici che non hanno affatto origine materiale. Comunque sia, ciascun uomo
accoglie dentro di sé una sorta di anima demoniaca che soffoca il principio buono’essere
umano possiede due anime: un’anima celeste, che rappresenta il suo vero “io”, e
un’anima inferiore, posta in lui dai demoni per obbligarlo a peccare.
Il mondo è una fortezza
ermeticamente chiusa, circondato dal “Drago delle tenebre esteriori”.Il mondo è
come una fortezza chiusa a Dio, ma la Divinità dal canto suo, è stata costretta
a fortificarsi contro gli attacchi del mondo malvagio.
Gli gnostici hanno adottato
l’antica dottrina cosmica delle “sfere”, le considerano come ostacoli
insormontabili per l’anima che cerca di evadere; alle porte ricavate in
ciascuna delle sette sfere sono appostati dei guardiani inesorabili, gli Arconti, "principi” del cosmo. Le
sette spire del serpente che l’anima dello gnostico deve superare prima di
pervenire all’immortalità.
Il male pertanto consiste nel
fatto stesso di esistere nel mondo
sensibile, sul quale regna la fatalità perversa di un Dio inferiore!
Il cosmo visibile è il dominio della successione, perpetuamente
assurda, di nascite e morti, la sfera in cui le anime superiori sono state
imprigionate in seguito alla caduta nella materia.
Tutto ciò che sotto il sole e la luna non è altro che corruzione e confusione.
La terra è il luogo in cui nascono e muoiono senza sosta tutte le cose, è il
dominio della dissoluzione!
Gli gnostici sono ossessionati
dal tempo. Come il mondo fisico, il tempo è “mescolanza e impurità”: il ciclo
del tempo non è altro che la Fatalità; il tempo appartiene al mondo materiale,
mentre il mondo superiore è per sua natura atemporale. Il tempo è malvagio ed è
fonte d’angoscia.
Il tempo è nato da un disastro, da una mancanza,
dal crollo e dalla dispersione nel vuoto (Kenoma) di una realtà che prima era
unitaria e integrale nell’ambito del Pléroma, della pienezza o dell’Aion, dell’Eternità. In tal modo, lo gnostico non aspira che a essere
liberato dal tempo, stabilito o ristabilito al di fuori di qualsiasi divenire,
per ritornare allo stato originario del Pléroma.
La conoscenza dell’uomo è l’inizio della perfezione;
la conoscenza di Dio ne è il compimento.(Ippolito)
Un Demiurgo malvagio governa
il mondo da lui stesso creato; responsabile della creazione materiale e della Legge
mosaica, il Dio creatore si oppone in modo assoluto al Dio supremo rimasto sconosciuto al mondo fino alla
rivelazione cristica: è il Dio degli Ebrei che tormenta le anime facendole
passare attraverso incessanti trasmigrazioni!
Per il manicheismo, pur
avendo il Principe delle Tenebre fornito la sua materia, l’architettura del
mondo è opera di Dio; il mondo materiale, inoltre, è stato organizzato in modo
da liberare, progressivamente e metodicamente, la sostanza luminosa prigioniera
nei corpi.
L’universo è il luogo di cura in cui i corpi luminosi guariscono, ma
nello stesso tempo è la prigione in cui i demoni oscuri li incatenano!
Che venga arrecata o no da un
Salvatore divino, la gnosi salvifica permette all’anima umana d’intravedere la
fine del suo asservimento alle tenebre: essa potrà risalire, di cielo in cielo,
fino alla Luce di cui era già parte integrante. La gnosi è reminiscenza in
quanto ricorda all’eletto la sua natura originaria; essa gli farà riconquistare
la sua condizione sovra-materiale e sovra-temporale.
Il culto gnostico persegue
obiettivi assai diversi da quelli della liturgia cattolica: si tratta di
provocare la graduale ascesa dell’anima eletta verso il mondo trascendente.
Filone d’Alessandria:
“Il mondo, come una grande
città, ha i suoi Arconti e i suoi sudditi; gli Arconti sono gli astri del cielo.
Il corpo è condannato perché è per sua stessa natura malvagio!?Dal momento che
la terra è un luogo di miseria, quando l’anima si mescola al corpo, quest’uomo
celeste non è altro dalla nascita alla morte che il portatore di un cadavere!”
Martines del Pasqually:
“Il mondo è un soggiorno infernale, in cui l’anima
è soggetta a inesorabili cicli di reincarnazioni successive, per sfuggire alle
quali l’uomo deve distaccarsi da tutto ciò che lo attira nella materia e
svincolarsi dalle sensazioni materiali. Purtroppo le Entità decadute lottano
senza sosta contro l’aspirazione dell’uomo al perfezionamento spirituale; esse
ci tentano in mille modi, al fine d’incatenarci al mondo visibile.
Limitato nella sua natura, infinito nei suoi
desideri;
L’uomo è un dio caduto, che si ricorda del cielo.(Lamartine)
L’uomo deve aspirare alla
riconquista dei suoi poteri perduti:
La percezione e la rappresentazione devono essere considerate
solo come prodotti di dissociazione di una facoltà unica, originale, di cui
rende conto l’immagine eidetica e di cui si ritrova traccia nel primitivo e nel
bambino. Tutti coloro che si sono sforzati di definire la vera condizione umana
aspirano più o meno confusamente a ritrovare questo stato di grazia.(Breton)
La realtà in cui viviamo non
è altro che una bolla di sapone su orribili abissi (temporali e spaziali) da
cui l’uomo rischia di essere inghiottito alla minima imprudenza!
Ezio Albrile
La gnosi, dal greco gnosis, ”conoscenza”, è in realtà un
sistema sincretistico in cui confluiscono le più variegate tradizioni
religiose, inclini a dimostrare un unico assunto: la “discesa”, la catabasi, e l’imprigionamento nel nostro
mondo di un principio spirituale superiore, una scintilla luminosa che solo
attraverso la vera conoscenza l’uomo può riconoscere e ritrovare in se stesso.
Il mito centrale dello
Gnosticismo è espressione di una “nostalgia”, di un anelito del “centro”, ovvero
delle origini, una sorta di desiderio
precosmico dal quale si sviluppa una colpa anteriore che porta alla creazione
dell’uomo e del mondo, intesi entrambi quali carceri dell’anima divina.
Il risveglio dall’ebbrezza, dal torpore del mondo, ossia
il raggiunto stato di sobrietà dell’intelletto opposto alla epithymia della
procreazione, corrisponde in Adamo (l’uomo) a un risveglio e a una
rigenerazione spirituale, e quindi rappresenta il momento dell’apokatastasis, della
restaurazione dell’immagine originale di Adamo ed Eva.
Il telos, la finalità della natura umana, implica per gli gnostici un
duplice referente simbolico: da una parte vi è, infatti, la
partecipazione alla generazione e alla corruzione del cosmo tramite il regime
della perpetuazione dei corpi fondato dal Demiurgo omicida, mentre dall’altra
vi è l’esigenza (o l’autocoscienza) di trascendere la dimensione mondana, terrena
e fenomenica, connessa a ciò che potremmo definire un “ideale metaumano di
felicità”.
A partire dall’essere
demiurgico che l’ha plasmato il cosmo non è per niente un prodotto esteriore,
ma la forma che questo essere indegno assume nelle sue trasmutazioni lubriche,
nel dono estatico che fa di se stesso in quanto vittima oscena, in balia della
blasfemia mondana!(George Bataille)
L’universo eidetico gnostico si muove in siffatta prospettiva: una logica
combinatoria totalmente assurda, percepita però dall’uomo come ordinaria
normalità, ed è proprio tal senso di sicurezza generalizzato che impedisce all’uomo
comune di liberarsi!
La sofferenza vissuta in una dimensione cosciente, in sintonia con quanto asseriva Strindberg, è paradossalmente l’unico e ultimo
strumento recato all’uomo per paralizzare la signoria del tempo e liberarsi dai
lacci mondani!
La gnosis è un’idea viva, vitale, e che gli sforzi dello gnostico sono
relativi: quel che importa è l’incontro con la propria memoria ontologica, con
il proprio gemello eidetico, con
quella nube luminosa che plasticamente effigia lo en to pan, l’unità della creazione che al medesimo tempo è infinito
spazio temporale e infinitamente piccola scintilla di Luce celata nel cuore
dell’uomo.
I miracoli, i fenomeni paranormali in genere dovrebbero renderci
coscienti del sogno collettivo in cui viviamo; in realtà però avviene il
contrario e i rari momenti di coscienza profonda ci illudono del meraviglioso
rendendoci schiavi di una fantasia miasmatica!
Trasmigrazioni di Franco
Canova
Quando mi trovo di fronte a un pube, il mio sguardo scivola insensibilmente e inesorabilmente
verso la periferia, lì dove si smarrisce la tenebra gnostica.
Credo che l’atto
creativo non consista
tanto nell’attimo dell’eiaculazione,
quanto in un prima, in un tempo antecedente in cui i corpi sono concepiti, plasmati
mentalmente, ma anche sezionati, smembrati, ossificati, per lasciar sopravvivere solo un ritratto, un’icona noetica, una
figura interiore, un lembo di cielo barattabile con un frammento di desiderio?!E’
allora che l’immaginazione si attiva nel ricostruire la parte celata di un nudo
scenario e preludio alla dissoluzione!
Forse perché sono morbosamente interessato più al
processo creativo, demiurgico, che all’opera compiuta, mi piace evocare nella
mente ciò che è stato sacrificato, l’altra faccia della Luna: è l’equilibrio
fragile di un’opera d’arte concepita, plasmata, modellata nell’Anima, superando
la barriera invalicabile e oggettiva della Materia: la sfida è dunque la fra la prigionia dello sguardo, circoscritta fra quattro angoli geometrici, in due
dimensioni e l’appello perentorio dell’immaginazione creativa (guidata dal gemello eidetico) a
ricostruire un tutto (en to pan) !!!