Ugo Malaguti
Diamo le giuste attenuanti a
coloro che in malafede coniano etichette su etichette per rimanere sulla cresta
dell’onda o spacciare per nuovo ciò che in realtà è una continuazione di ciò
che esisteva; niente appare per magia ma è semplicemente un passo avanti su una
strada già tracciata.
Ammettiamo per un momento che l’universo sia
dominato dal caos. Che quanto ci appare solido e quotidiano non sia in realtà
che un aspetto che un aspetto transitorio ed esteriore. Che oltre la vita ci
sia un’altra vita, una matrice cosmica, dominata però dalla morte assoluta: la
tendenza alla disgregazione e al caos. Immaginiamo che la crudeltà e la ferocia,
i delitti più crudeli e le barbarie più selvagge non siano episodi contro
natura, ma siano la natura!?Che la morte sia sotto certi aspetti un ritorno
alla grande matrice universale, scatenando non il riposo o l’ascesa a qualche
luogo mistico di ricompensa, ma una fusione con la materia dominante
dell’universo, il Caos, retto dalla malvagità e dalla crudeltà dell’entropia, anelante
al dissolvimento finale. Così quello che si profila è un Universo condannato, perverso
in disfacimento, crudele e beffardo, il nulla urlante che si nasconde dietro la
solida apparenza della materia.
Thomas Ligotti
Il birichino
La sua psicosi aveva generato
e fatto crescere un blasfemo reame fatato di cui percepiva, con forza e
nitidezza l’esistenza, e malgrado il suo demente grandeggiare con migliaia di
nomi, in esso si sentiva solo una figura di secondo piano, un cortigiano
mediocre di un decrepito regno degli orrori. Questo è un elemento veramente
interessante, se si considera l’egoistica magnificenza che uno psicopatico
sarebbe incline ad attribuirsi avendo a disposizione un illimitato reame
immaginario in cui poter interpretare un qualsiasi ruolo immaginario. Lui lo si
potrebbe paragonare a un semi-demone o un Non Luogo, dove il più vertiginoso
caos è la normalità, uno stato di cose che si gode ghiottamente e in cui
prospera.Quest’ultima immagine è buona a descrivere efficacemente l’economia
metafisica di ogni universo psicotico.
Il sogno di un manichino
Nel sogno il nostro soggetto
ha una nuova vita, come un testimone che il governo protegge inventando per lui
una nuova identità; nel sogno ha l’impressione che per lei sia stata costruita
una biografia estremamente accurata seppure in gran parte taciuta, quale
mirabile inganno della mente!
La sognatrice si trova
all’estremità opposta della stanza rispetto al ciglio dell’abisso stellato.
Tutto è silenzioso. Questo silenzio è carico di strane correnti a lei
inesplicabili, appartenenti a una fisica insana che elettrizza l’atmosfera col
potere di presenze demoniache nascoste appena oltre la soglia di quello che i
sensi riescono a distinguere. Tutto ciò viene percepito attraverso le elusive
facoltà sensoriali che si possiedono in sogno.
Probabilmente il più repellente concetto è “Divino
Masochismo”: la dottrina che pensa a un “Io Più Grande”perennemente intento a
terrorizzare i suoi Io più piccoli, le
piccole schegge d’identità in cui è suddiviso. Proprio quel “Qualcos’Altro
Ancora”che spaventa l’uomo-farfalla (Metamorfosi uomo-farfalla nel sogno di
Chuang Tzu) facendo nascere in lui il sospetto sovrannaturale di essere la
vittima di un gioco più grande di quanto la propria collettiva coscienza possa
comprendere!?
La moltiplicazione del suo io in diversi ruoli ha
effettivamente suggerito l’idea di qualche essere divino nell’atto di spezzarsi
in schegge e terrorizzarsi allo scopo di provare sollievo al proprio tedio
cosmico; una specie di “Divinità del sogno”: divinità solipsistica dei sogni, che
comanda su tutto ciò che vede, e di cui ogni cosa è parte.
Il chimico
Ogni cosa altro non è che una variazione senza un tema.
Oh, forse esiste qualche ideale solido e immutabile, che brilla molto fioco e
molto lontano; ma il tentativo di raggiungere quell’ideale non è che un cammino
senza speranza lungo il sentiero di mondi ipotetici e lontani. Su un tal
sentiero le nostre idee si fanno febbricitanti e confuse. Qualcosa che
all’inizio si presenta come una verità solitaria, ben presto prolifera simile a
cellule maligne nel corpo di un sogno, un corpo di cui resta indistinta la vera
figura. Forse allora, dovremmo essere grati alle bizzarrie della chimica, ai
capricci delle circostanze, e agli enigmi del gusto personale per averci dato
una così grande varietà di piccoli desideri e realtà terra terra su cui
concentrare l’attenzione!
Si dice la morte sia un
grande risveglio, l’uscita dalla trance della vita. La Morte è il consumarsi
della mortalità e non fa che portare all’estremo limite la predisposizione
umana alla caducità.
Appunti sull’orrore
Suppongo sia una sorte dia
magia al contrario, quella di ammanettare l’eternità con gli orologi da polso
del nonno simili a morse fatte di tempo, proprio come lo è il più negativo dei
miracoli: quello di soffocare gli spiriti disincarnati con il pesante cappotto
della materia!
La clinica del dottor Locrian
(Il sanatorio-mondo)
Mio nonno non ebbe un
approccio terapeutico nei confronti degli ospiti del sanatorio. Non li vide mai
come anime possedute da demoni o da dolorose storie personali, ma come esseri
che avevano stretto una strana alleanza con altri con altri ordini di esistenza,
che avevano dentro di loro una particella di un qualcosa di eterno, un dorato
barlume di magia. Di conseguenza, la sua ambizione lo portò ad agire non per
sollevare i suoi pazienti dalla follia ma per esasperarla; egli metteva in
opera il suo “trattamento appropriato” consistente nel far passare i pazienti
attraverso una serie di infernali ordalie mirate ad affievolire il loro
attaccamento al mondo dell’umanità e proiettarli ancor più avanti nell’assoluto,
nel reame del silente universo attonito, ove la terminale insanità del vuoto
infinito poteva diventare una sorta di paradossale cura. Il risultato di quella
cura era un essere patetico come una marionetta e magnifico come le stelle, qualcosa
che nello stesso tempo è morto e non morirà mai, una cosa senza alcun destino, e
quindi immortale possedendo quell’insondabile assenza della mente, quella
vacuità infinita che è l’essenza stessa dell’immortalità!
La mascherata
Il vero miracolo è il miracolo del risveglio: significa ereditare di
nuovo un mondo di leggi che per qualche tempo era andato perduto, sorgere alla
luce del mondo dopo essere caduti nella tenebra del sogno; spezzare l’involucro
del sonno, la membrana delicata che seleziona un particolare universo pur
contenendone innumerevoli altri.
Ogni cosa apparirà ai tuoi occhi come la rappresentazione di un dramma
di ombre irritate che lottano per impersonare qualcosa di reale, spettri che
chiedono urlando di farsi carne, maschere che passano rapide e disperate da un
volto all’altro per nascondere il silenzio vuoto che contengono!Questo ti farà
comprendere che il potere più grande è non curarsi di nulla; questo è l’unico
modo poiché l’anima del singolo uomo non può essere sanata quando non vi è
speranza di risanare l’anima stessa del mondo?! (Anima Mundi)
Brevi lezioni del professor
Nessuno sull’orrore sovrannaturale
Perché l’orrore divora la
luce e digerendola la trasforma in tenebra; e nella tenebra noi apriamo gli
occhi, per un attimo, e nella tenebra li chiudiamo.
Quando trasformiamo i travagli che ci infligge la
natura in prove sovrannaturali troviamo la forza di affermare e negare allo
stesso tempo l’orrore insito in esse, di assaporarlo e soffrirne allo stesso tempo.
Nondimeno, la cosa più accattivante del sovrannaturale non consiste nel
chiedersi se i suoi orrori siano reali o meno ma, paradossalmente, nel constatare
che sono entrambe le cose.L’immaginazione non fa di certo tali distinzioni
essendo essa la stella sognanti intorno alla quale ruotano pallide le povere
immagini della “Realtà”.
Entrambi i mondi, reale e
irreale, sono dentro di noi, e tra essi le nostre anime sono condannate a errare.
Quindi l’orrore sovrannaturale è il prodotto di essere in se stessi
profondamente divisi. E’ lontano dal nostro modo di passare il tempo nel mondo
interamente naturale, uniformandoci ai nostri conoscenti più stretti; è qualcosa
che ci siamo meritati quando siamo diventati quelli che siamo, una parte della
nostra tetra eredità. Non appena raggiunta la consapevolezza del concetto di
umanità, la nostra coscienza dovette immediatamente dividersi: una parte prese
la via dell’apologia dell’esistenza consapevole, un’altra la via di condannare
questo dono.
Armonia Sardonica
Il cosiddetto affermarsi
nella vita, tutto basato sulla propaganda del Domani: la riproduzione, la
rivoluzione nel senso più ampio, la religione comunque essa si presenti; non è
che l’affermazione dei nostri desideri. E nei fatti tali affermazioni non
affermano altro che la nostra inclinazione ad auto-tormentarci, la nostra
fissazione nel conservare un’innocenza demente davanti all’evidenza
raccapricciante dei fatti!
Solo tramite l’orrore
sovrannaturale possiamo evadere, momentaneamente, dalle rappresaglie orribili
dell’affermazione di sé: ci è stato dato in sorte un destino da folli che
merita di essere ingannato!
Se le cose non sono come sembrano, e da più parti ci viene costantemente
ricordato che è così, va anche osservato che ciò che impedisce al mondo di
collassare è che c’è abbastanza gente tra noi che ignora questa verità!
La vita è un incubo che lascia i suoi segni su di te per provare con
questi di essere realtà. E soffrire di una follia personale e solitaria sembra
una gioia paradisiaca in confronto alla condizione straordinaria di coloro la
cui follia non è che un eco della follia del mondo!
Nessun commento:
Posta un commento