sabato 19 maggio 2012

Lo Gnosticismo


La gnosi rappresenta la conoscenza totale, incommensurabilmente superiore alla fede e alla ragione.
Histoire critique du gnosticisme di Jacques Matter: la gnosi rappresenta il tentativo di introdurre nell’ambito del Cristianesimo di tutte le speculazioni cosmologiche e teosofiche che avevano formato la parte più considerevole delle antiche religioni dell’Oriente, e che anche i neoplatonici avevano adottato in Occidente.
Lo gnosticismo è un’attitudine esistenziale assolutamente caratteristica, un tipo speciale di religiosità; un’attitudine che riapparirà spontaneamente al di fuori di qualsiasi trasmissione diretta. La Gnosi sarebbe la fonte di tutte le religioni e il loro supremo fondamento.

Si possiede la gnosi, conoscenza beatificante quando si discrimina l’assoluto nella sua intima essenza da ciò che lo relativizza! (Paul Masson-Oursel)

Lo gnostico parte da un’esperienza assolutamente soggettiva per elevarsi alla ricerca di un’illuminazione salvifica!
Se molti gnostici parlano un linguaggio sconcertante per l’uomo contemporaneo, la loro attitudine è, in fondo, molto moderna: essi ci appaiono come uomini angosciati dall’idea di essere gettati nel mondo, i quali credono di aver trovato il modo di vincere questa insopportabile angoscia sfuggendo al mondo stesso.
Si può chiamare gnosticismo o gnosi ogni dottrina o attitudine religiosa fondata sulla teoria o sull’esperienza del conseguimento della Salvezza attraverso la conoscenza.
La gnosi rappresenta un’esperienza interiore attraverso la quale, nel corso d’illuminazione che è insieme rigenerazione e divinizzazione, l’uomo rientra in possesso della sua verità, si risveglia e recupera la coscienza di sé, ovvero della sua natura propria e della sua origine autentica; per ciò stesso, egli si conosce o riconosce in Dio, conosce Dio e appare a se stesso come emanato da Dio ed estraneo al mondo, acquisendo con il possesso del proprio “io” la spiegazione del proprio destino e la certezza definitiva della propria salvezza. (H.C.Puech)

Preghiera catara: Non abbiate pietà della carne nata dalla corruzione ma dello spirito che vi è imprigionato!
Gli gnostici nutrono una generale avversione per il corpo perché è inteso come strumento di umiliazione e sofferenza; attira lo spirito verso il basso gettando in un abietto torpore, nel degradante oblio della propria origine. Il puro gnostico aborre il parto, responsabile dell’imprigionamento delle anime sventurate.
C’è di peggio: a imprigionarci non è solo la carne ma anche tutta una serie di determinismi psicologici che non hanno affatto origine materiale. Comunque sia, ciascun uomo accoglie dentro di sé una sorta di anima demoniaca che soffoca il principio buono’essere umano possiede due anime: un’anima celeste, che rappresenta il suo vero “io”, e un’anima inferiore, posta in lui dai demoni per obbligarlo a peccare.
Il mondo è una fortezza ermeticamente chiusa, circondato dal “Drago delle tenebre esteriori”.Il mondo è come una fortezza chiusa a Dio, ma la Divinità dal canto suo, è stata costretta a fortificarsi contro gli attacchi del mondo malvagio.
Gli gnostici hanno adottato l’antica dottrina cosmica delle “sfere”, le considerano come ostacoli insormontabili per l’anima che cerca di evadere; alle porte ricavate in ciascuna delle sette sfere sono appostati dei guardiani inesorabili, gli Arconti, "principi” del cosmo. Le sette spire del serpente che l’anima dello gnostico deve superare prima di pervenire all’immortalità.
Il male pertanto consiste nel fatto stesso di esistere nel mondo sensibile, sul quale regna la fatalità perversa di un Dio inferiore!
Il cosmo visibile è il dominio della successione, perpetuamente assurda, di nascite e morti, la sfera in cui le anime superiori sono state imprigionate in seguito alla caduta nella materia.
Tutto ciò che sotto il sole e la luna non è altro che corruzione e confusione. La terra è il luogo in cui nascono e muoiono senza sosta tutte le cose, è il dominio della dissoluzione!

Gli gnostici sono ossessionati dal tempo. Come il mondo fisico, il tempo è “mescolanza e impurità”: il ciclo del tempo non è altro che la Fatalità; il tempo appartiene al mondo materiale, mentre il mondo superiore è per sua natura atemporale. Il tempo è malvagio ed è fonte d’angoscia.
Il tempo è nato da un disastro, da una mancanza, dal crollo e dalla dispersione nel vuoto (Kenoma) di una realtà che prima era unitaria e integrale nell’ambito del Pléroma, della pienezza o dell’Aion, dell’Eternità. In tal modo, lo gnostico non aspira che a essere liberato dal tempo, stabilito o ristabilito al di fuori di qualsiasi divenire, per ritornare allo stato originario del Pléroma.

La conoscenza dell’uomo è l’inizio della perfezione; la conoscenza di Dio ne è il compimento.(Ippolito)
Un Demiurgo malvagio governa il mondo da lui stesso creato; responsabile della creazione materiale e della Legge mosaica, il Dio creatore si oppone in modo assoluto al Dio supremo rimasto sconosciuto al mondo fino alla rivelazione cristica: è il Dio degli Ebrei che tormenta le anime facendole passare attraverso incessanti trasmigrazioni!
Per il manicheismo, pur avendo il Principe delle Tenebre fornito la sua materia, l’architettura del mondo è opera di Dio; il mondo materiale, inoltre, è stato organizzato in modo da liberare, progressivamente e metodicamente, la sostanza luminosa prigioniera nei corpi.
L’universo è il luogo di cura in cui i corpi luminosi guariscono, ma nello stesso tempo è la prigione in cui i demoni oscuri li incatenano!
Che venga arrecata o no da un Salvatore divino, la gnosi salvifica permette all’anima umana d’intravedere la fine del suo asservimento alle tenebre: essa potrà risalire, di cielo in cielo, fino alla Luce di cui era già parte integrante. La gnosi è reminiscenza in quanto ricorda all’eletto la sua natura originaria; essa gli farà riconquistare la sua condizione sovra-materiale e sovra-temporale.
Il culto gnostico persegue obiettivi assai diversi da quelli della liturgia cattolica: si tratta di provocare la graduale ascesa dell’anima eletta verso il mondo trascendente.
Filone d’Alessandria:
“Il mondo, come una grande città, ha i suoi Arconti e i suoi sudditi; gli Arconti sono gli astri del cielo. Il corpo è condannato perché è per sua stessa natura malvagio!?Dal momento che la terra è un luogo di miseria, quando l’anima si mescola al corpo, quest’uomo celeste non è altro dalla nascita alla morte che il portatore di un cadavere!”
Martines del Pasqually:
“Il mondo è un soggiorno infernale, in cui l’anima è soggetta a inesorabili cicli di reincarnazioni successive, per sfuggire alle quali l’uomo deve distaccarsi da tutto ciò che lo attira nella materia e svincolarsi dalle sensazioni materiali. Purtroppo le Entità decadute lottano senza sosta contro l’aspirazione dell’uomo al perfezionamento spirituale; esse ci tentano in mille modi, al fine d’incatenarci al mondo visibile.

Limitato nella sua natura, infinito nei suoi desideri;
L’uomo è un dio caduto, che si ricorda del cielo.(Lamartine)

L’uomo deve aspirare alla riconquista dei suoi poteri perduti:
La percezione e la rappresentazione devono essere considerate solo come prodotti di dissociazione di una facoltà unica, originale, di cui rende conto l’immagine eidetica e di cui si ritrova traccia nel primitivo e nel bambino. Tutti coloro che si sono sforzati di definire la vera condizione umana aspirano più o meno confusamente a ritrovare questo stato di grazia.(Breton)

La realtà in cui viviamo non è altro che una bolla di sapone su orribili abissi (temporali e spaziali) da cui l’uomo rischia di essere inghiottito alla minima imprudenza!

Ezio Albrile

La gnosi, dal greco gnosis, ”conoscenza”, è in realtà un sistema sincretistico in cui confluiscono le più variegate tradizioni religiose, inclini a dimostrare un unico assunto: la “discesa”, la catabasi, e l’imprigionamento nel nostro mondo di un principio spirituale superiore, una scintilla luminosa che solo attraverso la vera conoscenza l’uomo può riconoscere e ritrovare in se stesso.
Il mito centrale dello Gnosticismo è espressione di una “nostalgia”, di un anelito del “centro”, ovvero delle origini, una sorta di desiderio precosmico dal quale si sviluppa una colpa anteriore che porta alla creazione dell’uomo e del mondo, intesi entrambi quali carceri dell’anima divina.

Il risveglio dall’ebbrezza, dal torpore del mondo, ossia il raggiunto stato di sobrietà dell’intelletto opposto alla epithymia della procreazione, corrisponde in Adamo (l’uomo) a un risveglio e a una rigenerazione spirituale, e quindi rappresenta il momento dell’apokatastasis, della restaurazione dell’immagine originale di Adamo ed Eva.

Il telos, la finalità della natura umana, implica per gli gnostici un duplice referente simbolico: da una parte vi è, infatti, la partecipazione alla generazione e alla corruzione del cosmo tramite il regime della perpetuazione dei corpi fondato dal Demiurgo omicida, mentre dall’altra vi è l’esigenza (o l’autocoscienza) di trascendere la dimensione mondana, terrena e fenomenica, connessa a ciò che potremmo definire un “ideale metaumano di felicità”.

A partire dall’essere demiurgico che l’ha plasmato il cosmo non è per niente un prodotto esteriore, ma la forma che questo essere indegno assume nelle sue trasmutazioni lubriche, nel dono estatico che fa di se stesso in quanto vittima oscena, in balia della blasfemia mondana!(George Bataille)

L’universo eidetico gnostico si muove in siffatta prospettiva: una logica combinatoria totalmente assurda, percepita però dall’uomo come ordinaria normalità, ed è proprio tal senso di sicurezza generalizzato che impedisce all’uomo comune di liberarsi!

La sofferenza vissuta in una dimensione cosciente, in sintonia con quanto asseriva Strindberg, è paradossalmente l’unico e ultimo strumento recato all’uomo per paralizzare la signoria del tempo e liberarsi dai lacci mondani!

La gnosis è un’idea viva, vitale, e che gli sforzi dello gnostico sono relativi: quel che importa è l’incontro con la propria memoria ontologica, con il proprio gemello eidetico, con quella nube luminosa che plasticamente effigia lo en to pan, l’unità della creazione che al medesimo tempo è infinito spazio temporale e infinitamente piccola scintilla di Luce celata nel cuore dell’uomo.

I miracoli, i fenomeni paranormali in genere dovrebbero renderci coscienti del sogno collettivo in cui viviamo; in realtà però avviene il contrario e i rari momenti di coscienza profonda ci illudono del meraviglioso rendendoci schiavi di una fantasia miasmatica!

Trasmigrazioni di Franco Canova

Quando mi trovo di fronte a un pube, il mio sguardo scivola insensibilmente e inesorabilmente verso la periferia, lì dove si smarrisce la tenebra gnostica.
Credo che l’atto creativo non consista tanto nell’attimo dell’eiaculazione, quanto in un prima, in un tempo antecedente in cui i corpi sono concepiti, plasmati mentalmente, ma anche sezionati, smembrati, ossificati, per lasciar sopravvivere solo un ritratto, un’icona noetica, una figura interiore, un lembo di cielo barattabile con un frammento di desiderio?!E’ allora che l’immaginazione si attiva nel ricostruire la parte celata di un nudo scenario e preludio alla dissoluzione!
Forse perché sono morbosamente interessato più al processo creativo, demiurgico, che all’opera compiuta, mi piace evocare nella mente ciò che è stato sacrificato, l’altra faccia della Luna: è l’equilibrio fragile di un’opera d’arte concepita, plasmata, modellata nell’Anima, superando la barriera invalicabile e oggettiva della Materia: la sfida è dunque la fra la prigionia dello sguardo, circoscritta fra quattro angoli geometrici, in due dimensioni e l’appello perentorio dell’immaginazione creativa (guidata dal gemello eidetico)  a ricostruire un tutto (en to pan) !!!

venerdì 11 maggio 2012

Mr. Gwyn



Così finì per capire che si trovava in una situazione nota a molti umani, ma non per questo meno dolorosa: ciò che, solo, li fa sentire vivi, è qualcosa che però, lentamente, è destinato ad ammazzarli. I figli per i genitori, il successo per gli artisti, le montagne troppo alte per gli alpinisti. Scrivere libri, per Jasper Gwyn.

Tutti abbiamo una certa idea di noi stessi, magari appena abbozzata, confusa, ma alla fine siamo portati ad avere una certa idea di noi stessi, e la verità è che spesso quell’idea la facciamo coincidere con un certo personaggio immaginario in cui ci riconosciamo. È quanto riusciamo a intuire di noi.

Jasper Gwyn mi ha insegnato che non siamo personaggi, siamo storie, disse Rebecca. Ci fermiamo all’idea di essere un personaggio impegnato in chissà quale avventura, anche semplicissima, ma quel che dovremmo capire è che noi siamo tutta la storia, Jasper Gwyn diceva che tutti siamo qualche pagina di un libro, ma di un libro che nessuno ha mai scritto e che invano cerchiamo negli scaffali della nostra mente.

sabato 5 maggio 2012

Memorie di un nano gnostico

Et lux tenebris lucet, et tenebrae eam non comprehenderunt.
(La luce ha sempre brillato nell’oscurità, e l’oscurità non l’ha mai compresa, né vinta!)

Il problema con soggetti è che si credono una spanna sopra tutti gli altri, e dunque idealmente qualificati a raddrizzare i torti del mondo; ma non si può, né mai si potrà emendare il mondo perché è l’inferno!Se questo mondo è l’inferno, non si può che provare compassione per coloro che sono costretti a viverci e respirarne l’aria venefica. E soprattutto insegnare loro che esiste una via d’uscita.

Liturgia gnostica (Valentiniana)

In principio era il dolore;
il dolore era presso di noi, e il dolore era noi;
la struttura, la cornice, la forma del suono
che fuoriusciva dalle nostre bocche come sangue da un taglio,
l’unico nostro modo di essere.

In principio era il moto;
il perpetuo stupro nell’aspetto e nella struttura
dello spirito ribelle, che vaga lontano,
dove il tegumento dell’errore
sussurra insistentemente un sibilo di morte.

In principio sarà il ritorno
A un luogo dove gli inizi si accoppiano col fuoco e, arsi,
concepiscono il punto in cui
il nodo della nostra nascita verrà disciolto.

Chi è Sophia?
E’ un principio attivo di sapienza.
A causa di un suo errore fu creato Jaldabaoth, la creatura che gli ebrei adorano!?Tuttavia Sophia si pentì di ciò che aveva fatto e scese per illuminare le menti offuscate e i cuori di coloro che Jaldabaoth aveva reso prigionieri e costretto a venerare lui solo.

ARMONIA COSMICA
La musica offre una perfetta analogia delle relazioni umane ideali; anche se riuscissimo a condurci tra noi come le voci di un madrigale, allora una porzione di paradiso discenderebbe su questa terra infernale. Perché ogni nota, infatti, ha un’importanza e una bellezza pari alle altre, fornendo al tutto il proprio contributo unico e insostituibile. A tratti una voce predomina sulle altre, librandosi con la sua melodia, poi però s’immerge smorzandosi nell’armonia o addirittura tace; allora un’altra voce prende il suo posto, sale e scende, e poi un’altra ancora, in modo che questi avvicendamenti, nel loro fluire ritmico, costituiscano la trama e l’ordito in cui ogni singola linea vocale è intessuta dalle altre senza strappi e senza sforzi, in un unico grande organismo che vive e respira. Le note più basse della scala non si adombrano per quelle più in alto, poiché si completano e si bilanciano a vicenda, perfettamente. Non c’è mai competizione tra le parti, poiché sono le esigenze della melodia e dell’armonia a dettare il loro movimento, e ognuna di esse tende inesorabilmente verso un unico punto di arrivo: l’accordo finale.
Se solo gli esseri umani potessero interpretare così le proprie vite!Se ogni uomo apprezzasse il valore dell’altro, riconoscesse il contributo di ciascuno all’insieme, credesse nell’acuto e nel grave, nel bemolle e nel diesis, riponesse la propria fede nell’armonia nascosta dell’accordo finale di risoluzione!

INIZIAZIONE GNOSTICA
E’ un’esperienza che bisogna assolutamente vivere, se alla fine si vuole accettare di rigettarla per sempre; per poter ascendere alle sfere della gnosis più elevate, più sottili e più purificate.
Possedere il sapere carnale per poterlo poi abbandonarlo per sempre.
Il salto verso il sapere spirituale, è come qualcosa di distinto dalle conoscenze fattuali, dalla padronanza linguistica e dal raffinamento sociale. Tutto il resto è stato una preparazione verso quel salto; ma data la natura del mondo volgare nel quale siamo costretti a vivere e a respirare, e giacché la scintilla divina dentro di noi è prigioniera della rozzezza della carne, con i suoi miseri bisogni e le sue pulsioni, dobbiamo averne la più profonda esperienza prima di voltarle le spalle una volta per tutte’ascesa alla gnosis non può avvenire tra mille esitazioni, non si può sollevare la testa cogliendo un barlume di paradiso e, subito dopo, torcere il collo con rimpianto e desiderio verso il fango e la melma. La rottura deve essere totale.

Il mio eterno disprezzo per il corpo in cui siamo imprigionati, per il suo abominevole e perfido obiettivo: che è quello di imprigionare altre anime ancora!?

La verità non può mai essere assorbita pura.Viene invece mediata attraverso il prisma della mente di ognuno, e colorata secondo la natura del temperamento di ognuno.

PRINCIPI GNOSTICI
La fondamentale convinzione gnostica: noi riteniamo che esistano nell’universo due potenze uguali e contrarie, una buona e una malvagia, e che esse siano in perpetua lotta fra loro. La forza buona ha creato lo spirito, quella malvagia la materia. La materia, l’esistenza materiale, la forma corporea, il corpo, la carne, sono male. Imprigionano e rendono schiavo lo spirito. Nascendo nel mondo della materia, siamo decaduti della nostra vera condizione spirituale; obiettivo della nostra esistenza è di farvi ritorno. Il diavolo ( o perlomeno un diavolo) ha creato questo mondo, che è l’inferno.
Pensateci un attimo, vi prego: Dio avrebbe mai potuto creare qualcosa soggetto alla degenerazione, al declino e alla morte?Dio avrebbe mai creato qualcosa destinato a sentire dolore? A sanguinare, vomitare, suppurare, defecare, orinare e infettarsi?E anche ammettendo che sia capace di un tale atto di creazione, avrebbe voluto compierlo?

Perché nel mondo esistono il male e la sofferenza?
Perché il mondo stesso è malvagio.
Come può il mondo essere malvagio?
Perché non è stato Dio a crearlo, ma un demiurgo, un dio minore, un essere maligno che per invidia della potenza di Dio ha imitato maldestramente la creatività divina generando il mondo delle forme e della materia. Egli governa questo mondo ed esige venerazione e adorazione assolute.
Nei libri degli ebrei è chiamato Yahweh, conosciuto anche come Jaldabaoth.
Qual è la missione degli gnostici?
Ritornare la Padre celeste.
E questo come può essere ottenuto?
Tramite una via giusta e approfondendo la conoscenza della verità, dell’origine e provenienza degli uomini, del loro destino ultimo, e della loro natura spirituale.
Qual è l’intento di Jaldabaoth?
Imprigionare la luce!

Al di là di ogni considerazione pratica, in base alla filosofia gnostica, la più grande tragedia (seconda solo all’essere nati in questo mondo) è quella di vivere nell’ignoranza, l’ignoranza triplice nei confronti di Dio, del mondo e di noi stessi.
La torbida brama di divertimento e stordimento a ogni costo segnava ancora gli stupidi volti della feccia con il simbolo della Grande Bestia, il marchio di Caino a lettere cubitale sulla fronte di ognuno!? (Microchip emozionale!”Subsonica”)

EROS E THANATOS (Confessione di un nano gnostico)
L’insegnamento gnostico afferma che bene e male sono esattamente in equilibrio nella nostra esistenza materiale, e che la vita sul nostro pianeta, caratterizzata com’è dalla sofferenza, dal dolore e dalla caducità, è opera del secondo. So che colui che chiamiamo l’unico vero Padre trascende totalmente il regno della carne in cui siamo prigionieri, e che ci chiama senza requie a risalire nel suo grembo eterno, da cui precipitammo rovinosamente.
So che il rifiuto delle lusinghe del piacere carnale è la nostra unica via d’uscita da questo inferno; sì, la carne infatti dà piacere, come si era prefisso il suo creatore affinché gli sventurati figli della sua ideazione si perpetuassero senza fine. E mentre questi annaspano nel muco e nella melma, Jaldabaoth-Yahweh si erge su di loro sbraitando e richiedendo la loro adorazione.
Essendo conscio di quali sublimi estasi la carne possa indurre, io le respingo, tramite l’astinenza o l’abuso. Mi è impossibile dimenticare che, come nella notte il respiro dell’oscurità è lacerato da gemiti e ansimi di membra allacciate nella sistalsi sessuale, così ogni mattina il risuonare di innumerevoli rantoli di morte s’eleva come un’elegia a salutare il nuovo giorno; che le labbra che nel calore della passione lambiscono una coscia o un seno ben presto tremeranno, come pergamene essiccate, nell’ultimo respiro miasmatico dell’estinzione. Gli amanti si perdono nel piacere, ma sono destinati comunque a perdersi in una buia fossa scavata nella nera terra!

Tale è la tragedia della persona umana: ciascuno è un anfibio che si muove ora nell’etere dei cieli, ora nei miasmi della mota terrena, sospeso tra paradiso e inferno, un angelo e un demonio; quanto più tentiamo di elevarci verso il regno delle stelle, tanto più scivoliamo e ci trasciniamo in basso nella polvere, gli escrementi, lo sperma, il muco bestiali, e la mano che si alza in preghiera è la stessa che percuote un bambino indifeso. Oh, essere liberi delle contraddizioni!