giovedì 19 aprile 2012

Il libro delle stelle

Anche noi siamo Dei perché possediamo in noi la potenzialità divina per creare immensi paradisi. Gli uomini, hanno perduto la memoria di questa verità. Il desiderio di Poimandres è che noi tutti riacquistiamo la memoria perduta, e che si ritorni coscienti alle nostre vere origini. In questo momento di dimenticanza, abbiamo rallentato, per colpa dell’inattività, la manifestazione divina dell’universo. In virtù di questo, ciò che deve accadere accadrà. Ciò che è putrido cadrà, per poi essere rigenerato, questa è la Legge Evolutiva; l’uomo deve nascere, crescere, mutare per poi rinascere, ricrescere e rimutare, sino a quando avrà raggiunto la totale realizzazione della natura divina.

Se non saremo guardinghi e astuti, l’opera del divisore raggiungerà il suo scopo, la sicurezza non deve mai vacillare anche perché il demonio ha anche l’approvazione di Dio. Tutto ciò che accade non è un caso, questa è un’invenzione dell’uomo. Non è il corpo che prende lo spirito, è lo spirito che prende il corpo! Lo spirito è uno solo, ma i corpi sono tanti.

Nell’uomo sono pienamente contenute le possibilità di auto-espressione del Macrocosmo. Scopo della sua esistenza è sviluppare dall’interno le energie Macrocosmiche per mezzo delle quali può a sua volta giungere fino alla statura del Logos di un sistema solare.
Essendo gli stessi principi a governare i processi creativi del Macrocosmo e del microcosmo, il ripetersi delle incarnazioni fornisce l’allenamento e la pratica necessari per la successiva manifestazione Macrocosmica del potere creativo dell’uomo.
Il corpo non è altro che una navicella biologica di cui si serve lo spirito per vivere nella dimensione fisica sensoriale le sue esperienze e le sue missioni.

Civiltà è la misura con cui la comunità provvede a tutti, nel disinteresse collettivo. Il disinteresse è la norma di selezione per l’immortalità di una razza intelligente. La Giustizia è efficiente quando ciascuno ha a propria disposizione, in misura uguale agli altri, quel tanto che sia sufficiente a renderlo disinteressato nei confronti dei beni materiali, altrimenti si ha l’invidia.
La libertà è mancanza d’imposizione collettiva, su un modello di atteggiamento individuale, e ha origine dalla mancanza d’imposizione individuale su un modello d’imposizione collettiva.
L’egoismo è la caratteristica del mondo materiale, mentre il disinteresse è la soluzione opposta. Qualunque forma di vita materiale che lotta per la propria esistenza in funzione delle leggi di evoluzione è egoista. Quale fenomeno naturale si verifica nella mente di un uomo che pensa disinteressatamente? La risposta è che il cervello umano è strutturato in modo così geniale da adempiere ad una terza funzione, cioè quella di un apparato super-ricevente per la modulazione immateriale del Campo Cosmico Portante.
Come si può instillare nella sfera della coscienza dell’intera umanità, la facoltà di manifestazione dello spirito universale, l’aspirazione al disinteresse, la creazione di un livello mentale stabile?
Appena ogni mente, l’una nell’altra, cercherà la grande avventura della vita e l’esperienza dell’onnicreatività, si avrà una nuova possente sfera di coscienza esistenziale creativa: l’Esisfera, cioè l’eco del divino in cui si perpetua ogni atto e pensiero disinteressato.

L’uomo è il fine della creazione della materia che lo circonda, in questo sistema solare. Egli è creato come frammento di creatività materiale e tornerà come creatività immateriale all’onnicreatività, come il figliuol prodigo alla casa paterna. Il Padre gli va incontro appena l’uomo, con la sua libera scelta, si sarà orientato all’unisono con l’onnicreatività.

Le vibrazioni positive o negative del dinamismo vitale influenzano l'attività genetica, determinando il comportamento e le attività delle azioni fisiche e psichiche dell'uomo.

Maurizio Cavallo
Ogni volta che ci guardiamo allo specchio vediamo il diavolo!
Il diavolo, che tu temi molto, è soltanto la proiezione del nostro alter ego.
Non esiste nel cosmo una forza più distruttiva della proiezione del nostro alter ego. Noi siamo i creatori e al contempo i distruttori. Siamo noi che abbiamo creato questo mondo, lo sai? P.H.: Con la nostra energia? Con la nostra mente? M.C.: Siamo noi che abbiamo creato le cose che vediamo ogni giorno, che tocchiamo, che crediamo essere lì. E' una visione completamente nuova. Forse, invece, l'uomo intuisce queste cose. Un tempo, nell'antichità, l'uomo intuiva molto, almeno di queste cose. Sapeva di essere legato, di essere tessuto in maniera determinante all'universo che stava vivendo e continuava a vedere la creazione come un aspetto magico, una proiezione magica. Quest'uomo ha perso questo, ha perduto la realtà magica e quindi non conosce più nè il mondo, nè l'universo, e neanche se stesso.

L'uomo cerca di dare ogni giorno un senso alla vita perché ha perduto il senso della vita. Il senso della vita è molto semplice: la vita basta a se stessa!

mercoledì 18 aprile 2012

Il segreto di Enoch

A prescindere da qualunque considerazione di fede, a causa delle caratteristiche della mente umana, vivendo secondo una legge divina e credendo fino alla fine, non esisteva alcun modo per un individuo di costatare un eventuale errore!?

Riflessioni sul senso della vita

Che cosa indichiamo come “io” nel nostro isolato universo interiore?
“Io” è forse solo un’immagine più o meno realistica del mio corpo a cui attribuisco la caratteristica di contenitore del mio pensiero. Sì, l’io è il soggetto del mio pensiero che percepisco, quello che percepisco, più o meno come un punto di vista del mondo.

Il cervello comunica attraverso i nervi e non è, molto diverso da un computer molto complicato. Le immagini, i suoni, le sensazioni corporee che noi attribuiamo al mondo, sono tutte interne al nostro cervello: lavoriamo su una copia personale della realtà, a nostro uso e consumo. La stessa cosa vale per come concepiamo gli “altri”, le persone con le quali interagiamo, possediamo una copia personale di ciò che esse ci comunicano: parole, linguaggio del corpo, sensazioni tattili e olfattive.Tutto è filtrato e reinterpretato dalla nostra capacità di capire o di ricevere.Quindi, tutto ciò che definiamo oggettivo, è in realtà assolutamente soggettivo!
Il fatto di lavorare su una copia personale della realtà ha una grande importanza perché, considerando la limitata capacità di comunicazione di cui disponiamo e le ancora più limitate e scarsamente diversificate capacità di analisi, probabilmente nella maggior parte dei casi quando ci formiamo un concetto, siamo in errore!

E’ tutto nel cervello?
L’ipotesi più scientifica è che non esista alcun piano trascendentale e che tutto ciò che siamo sia l’espressione della pura attività bioelettrica del cervello.
In un’ottica molto semplicistica e materialistica!Ma anche adottandola ci sono due importanti conseguenze di tale assunto che conducono ad un paradosso. La prima è che se il pensiero e la coscienza sono solo il prodotto di una sofisticata elaborazione da parte di un complesso computer biologico, allora si tratta di un fenomeno, teoricamente riproducibile e conservabile.
In linea teorica però, l’assumere che l’anima sia una sorta di elaborazione operata da un computer biologico, porta inevitabilmente a questa conseguenza: l’essenza sopravvive in eterno. Per assurdo, negare l’immortalità dell’anima immateriale mistica porta a ridurla a un processo che sarà inevitabilmente riproducibile e conservabile, quindi immortale. Questa è la conseguenza paradossale del ridurla a puro software.
La seconda conseguenza paradossale dell’approccio materialista è sul concetto di unicità dell’individuo. Se la “macchina base” è praticamente la stessa, le differenze sarebbero generate solo dall’esposizione a diverse esperienze. Questo negherebbe, non solo quel sentimento di unicità personale che proviamo soggettivamente, ma anche l’evidente unicità di fatto di geni come Einstein e Leonardo!


La mente, le metafore, l’universo

Destrutturare: demolire i concetti intermedi di cui la mente si serve per interpretare la realtà in modo da facilitarne la comprensione. Spesso false convinzioni, cose di per sé inesistenti che la mente umana aveva creato durante l’evoluzione. Il concetto di corpo umano ad esempio.
Il concetto di “corpo umano” spariva come entità fisica autonoma. Non un involucro che ci accompagna dalla nascita alla morte, ma un continuo fluire di atomi, di sostanze diverse che si avvicendano, tutte tratte dal pianeta. La metafora corretta per il corpo era: un’onda di sabbia colorata che si compone di continuo e di continuo perde polvere lungo il suo cammino. Il corpo appariva come mera forma, null’altro che una parte del pianeta temporaneamente prestata a quella effimera struttura.
La forma era ora ancora più effimera nell’evidenza dello scorrere frenetico dell’acqua, di cui poi in effetti l’ottanta per cento di un corpo è realmente costituito.
Temeva che a voglia di destrutturare non sarebbe rimasto nulla, più nessuna certezza. Si era presto reso conto che non era affatto così. Più sparivano i falsi mediatori più apparivano chiare e luminose le idee e le stesse emozioni. Il suo pensiero si alleggeriva del peso in eccesso dato da schemi rigidi e limitanti e volava alto. La mente si stava liberando dei limiti fisici del corpo e del linguaggio a esso legato.

Esercizi per individuare il perimetro dell’anima

Partiamo alla ricerca di entità oggettive che non siano imposte o condizionate dalla fisicità del corpo. Una prima entità che mi sento di definire in quest’ambito è “l’amore per i miei cari”.Potrei amare mia moglie e i miei figli anche se fossi un punto sospeso nel buio.
E’ ovvio che l’idea che ho di loro contiene anche una rappresentazione fisica, cioè l’immagine che ho del corpo, ma il sentimento che provo è più rivolto alle entità metafisiche che li caratterizzano e che si manifestano: la forza e la fragilità di mia moglie, la gioia di vivere e la luce che emana mio figlio, la potente determinazione di mia figlia. Queste caratteristiche sono per me la loro immagine oggettiva che a sua volta stimola, come di riflesso, un sentimento che vive autonomamente e del quale la mia anima si nutre. Essi sono una parte essenziale del mio mondo, sono dunque una parte della mia anima.
Da quel puntino immateriale nel quale mi sto immedesimando, e che racchiude simbolicamente tutta la mia essenza incorporea, posso ancora riconoscere un’altra forza vitale che m’identifica: la sete di conoscenza. Sapere come stanno le cose, cosa c’è nell’universo, capire quei concetti che non riesco ad afferrare: la multidimensionalità dello spazio-tempo, il passato ed il futuro dell’umanità. Posso concepire me stesso, la mia essenza, come un semplice punto di osservazione di ciò. Forse la mia essenza è una forma estrema di voyeurismo!
Sull’ispirazione

Cos’è dunque tutto questo?Un’idea della mia mente?Un oscuro archetipo che ispira la mia percezione del mondo?Cosa posso rappresentare nel mio inconscio così? Dunque io coltivo inconsciamente un’idea negativa del mondo e di coloro che mi circondano?!
La risposta riecheggiò nella sua mente: “Hai un’idea astratta della perfezione che t’impedisce di amare veramente il tuo mondo e i tuoi simili!”

Il 2° mandato di Enoch

Un aggregazione di molte aree in visione coerente, questo era il pensiero: un’onda multidimensionale che attraversava il cervello, e con esso lo spazio e il tempo, animata da una sua propria vita. Il cervello biologico, non era che un supporto materiale di cui l’onda si avvaleva per la sua effimera esistenza nel nostro universo a cui non sembrava appartenere.
La vita è un fenomeno importante per l’universo in tutte le sue numerose dimensioni. L’universo non è solo stelle, spazio ed energia, ma anche vita autocosciente!
L’universo esiste su molteplici piani e l’autocoscienza non è che il gradino iniziale di una lunga e faticosa salita che conduce all’esistenza della vita a piani più alti. Il tempo è un concetto illusorio che contraddistingue un piano di esistenza non completo.

La propria immagine interna di riferimento era ancora il proprio corpo. L’evoluzione avrebbe dovuto rendere il pensiero autosufficiente e indipendente dalle sembianze fisiche. Allora, solo allora forse, avrebbe visto la vera essenza della mente e l’umanità si sarebbe assicurata l’immortalità!Paradossalmente, era lo stesso pensiero a concepire se stesso come limitato: una copia luminosa della propria forma mortale. Si autolimitava al piano strettamente fisico.

La vita attuale del corpo degli esseri umani è essa stessa troppo breve per consentire loro la comprensione dei propri limiti e la maturazione della visione che completi il loro attuale piano di esistenza!
Occorre lavorare per cambiare la forma corrente della vita umana. La vita umana deve essere prolungata. Anche la vita della mente deve essere abbastanza lunga da consentire la comprensione non solo della propria vera essenza, ma di quella dell’intera umanità.
La vita cosciente non è un sottoprodotto dell’evoluzione caotica di materia ed energia, ma è quasi vero il contrario: l’universo crea la vita e la vita crea l’universo.

Era una scelta del libero arbitrio. La mente cosciente decide il proprio futuro.
La vostra essenza attraversa vari percorsi esistenziali in cerca di elementi che la completino. In alcune esperienze più essenze individuali coesistono, anche se una sola domina sempre. La forma cosciente dominante, spesso, assorbe parte dei ricordi delle altre sopite come fossero propri e condivide, senza saperlo, i propri con le altre. Tutto è sempre comunque il risultato delle scelte liberamente compiute. Una vita può essere generata per l’esigenza di molte essenze a completarsi; ma può anche essere generata perché necessaria all’equilibrio dell’universo.
In alcune esistenze siamo veramente soli, ma conservate inconsciamente il ricordo delle passate unioni come forme di empatia. Ecco perché siete alla continua ricerca di un completamento. L’essenza primaria segue la sua idea di trascendente e prosegue il suo cammino secondo l’idea che si è autoimposto. Perde un po’ di se stesso nel passaggio che viene assorbito dalle essenze latenti, ma assorbe a sua volta, un po’ di queste ultime.

Era la lotta con la materia inerte e fredda che produceva distorsioni, allontanava dalla pura essenza, riduceva lo spirito cristallino a mero corpo fisico. L’umanità si era allontanata dalla propria vera essenza, travolta dalla fisicità di una vita corporea caduca ed effimera.

Conosci te stesso e gli altri

Aveva la certezza che ognun di noi condivide, magari solo piccoli tratti delle essenze primarie che incarnano le capacità più nobili necessarie all’intero genere umano per compiere l’evoluzione finale. Purtroppo, la stessa cosa accadeva anche per il male!Ce n’era un po’ in ognuno di noi e frenava la crescita morale e il miglioramento degli individui agganciando la parte peggiore dei traumi prodotti dall’evoluzione.
La tua coscienza è indipendente dal corpo fisico e vibra all’unisono con l’essenza stessa degli universi. Su questo piano, l’esistenza può essere sostenuta da “entità collettive”.Chi vi giunge da entità individuale, non può gestire la complessità di questi universi e regredisce.
Perché questa lunga strada attraverso la materia, perché costringere un’essenza cristallina e pura entro i limiti di un’esistenza caduca e inutile?
Risposta: Non è inutile!L’intelligenza e l’armonia suprema permeano la materia oscura con scintille della propria essenza per replicare l’armonia ed estendere la perfezione. Tutto ciò che è mutabile deve necessariamente essere mutato. Senza lotta per il ritorno al luogo d’origine, ciò che è freddo, inerte e imperfetto rimarrebbe tale. L’armonia e la perfezione devono estendersi al Tutto!

Matrix luciferina
Il suo pensiero era collegato a quello di tanti altri. Un’estesa rete che collegava tutte le menti di cui nessuno era cosciente; ma un vero legame di chissà quale natura che si estendeva al di fuori dello spaziotempo ordinario e intersecava la “soglia di cristallo” di ogni essere vivente cosciente accomunando tutta l’umanità in un segreto abbraccio psichico che esisteva in modo assolutamente inconsapevole.

Evoluzione e resurrezione

Hai presente i sistemi caotici?
Abbiamo scoperto che il problema è nel modello usato per descriverli. Questi sistemi, se descritti “allungandoli” nelle dimensioni dell’Universo Esteso, non sono affatto caotici, anzi diventano prevedibili. Se metti in comunicazione gli universi, tutto cambia e acquista senso. Sembra anche ormai provato che sia proprio il “pensiero cosciente” il mezzo che fa comunicare gli universi, la forza principale che li rende solidali. In altre parole, la coscienza è uno dei fenomeni fondamentali senza il quale l’universo multidimensionale, o esteso, non può esistere!
Pensiamo che questo scenario faccia parte di un fenomeno di evoluzione globale che interessa le nostre come tutte le altre dimensioni dell’universo. Non siamo fatti per morire nello spaziotempo ordinario, ma per transitare a un livello differente e completare la nostra evoluzione per poi, eventualmente, tornare ad essere pura essenza.
Penso che le grandi religioni contengano tutte questi elementi di verità e messaggi che ci suggeriscono di credere in qualcosa che supera la vita mortale e quindi lo spaziotempo.
Siamo tutti legati. Quello che è certo è che visti nelle altre dimensioni, non siamo così separati e singoli come appariamo in questa realtà ordinaria. Tutti, indistintamente, concorriamo ad una forma di vita collettiva che ha bisogno di tutti gli individui esistenti ed esistiti!
Ci sono altre forme di vita già evolute che vivono oltre il nostro spaziotempo. Essi cercano di fare in modo che i primitivi come noi non si smarriscano dissipando la loro preziosa scintilla di coscienza che è importante per l’equilibrio dell’intero universo multidimensionale. All’inizio del cammino di una razza, il loro compito è di tenere viva la spiritualità e l’idea del trascendente, poi ci guidano verso la tappa successiva dell’evoluzione che ci consente di filtrare, attraverso i pori del nostro spaziotempo, verso le altre dimensioni ove la materia e l’energia ordinarie non possono entrare.
Dobbiamo unire le nostre vite individuali in qualcosa di collettivo che ancora non comprendiamo; ma prima, dobbiamo completare la nostra forma di vita attuale portandola al massimo delle sue capacità. L’attuale arco vitale è troppo breve per completare la “Via”.Noi tutti abbiamo il dovere di ampliare al massimo le capacità della nostra mente in questa vita per tentare di far evolvere l’intero genere umano.

I ricordi della vita individuale, sono impressi nella trama cosmica, un concentrato di vibrazioni emotive, suoni immagini e sensazioni. Come se ognuno di noi, vivendo e pensando nel mondo fisico, lasciasse una traccia che incide e muta le stringhe di cui è fatto l’universo.
Vuol dire che guardando bene nelle componenti del rumore di fondo degli universi ci sono tutte le vite umane?!

Un nuovo inizio

Anche questa entità è recuperata. Per fortuna c’era in lui abbastanza fiducia nell’Aldilà per riattivare il suo spirito. I pre-tecnologici moderni risorgono solo se la loro mente è capace di concepire il trascendente.
Chi rifiuta il concetto che il pensiero possa vivere indipendentemente dal corpo, si abbandona al nulla!Rimane nell’oscurità e si spegne, come se la traccia sub-spaziale fosse confinata a un certo arco temporale. Un fenomeno che le generazioni antiche non presentano: si aspettano sempre una continuità dopo la morte del corpo.
Enoch dice che la capacità di pregare, una pratica dell’epoca, è un elemento decisivo; il fatto di rivolgersi mentalmente e con convinzione a qualcuno fuori da sé, crea l’aggancio con la nuova realtà.
Sono necessarie nozioni molto complesse sulla vera essenza dell’anima umana per capire che l’esistenza fisica è solo una fase iniziale e marginale del percorso esistenziale. Molti riescono, attraverso le metafore cognitive, ad afferrare il nucleo di questi concetti spesso agevolati da precedenti esperienze nel campo della matematica, della fisica o della filosofia.

Storia dell’umanità

Una volta, tanto tempo fa, gli esseri umani parlavano con i loro dei e con i loro trapassati senza che nessun computer fosse necessario. La loro mente, pur se dominata dalla paura per una natura che non era loro amica, era ancora pura e in grado di vedere oltre la realtà ordinaria. Poi, essi cominciarono a comunicare tra di loro in modo più complicato, cominciarono a scrivere e inventare simboli e persero la capacità di vedere realmente che, prima, era nella loro mente. Potevano vedere con i loro occhi e immaginare; ma la loro mente, un po’ alla volta, perse anche quest’ultima capacità ed essi rimasero prigionieri delle tre dimensioni e del tempo. Di tanto in tanto, qualcuno di loro, più saggio e sensibile degli altri, sentiva di non essere completo in quella realtà a tre dimensioni e, soprattutto, sentiva di non poter essere schiavo del tempo. A volte, la scintilla immortale che è dentro di noi, splendeva talmente tanto che costui riusciva a ritrovare se stesso e addirittura far rinascere la consapevolezza in altri. Poi vennero i secoli bui; proprio quando la loro mente cominciò a scoprire le verità della scienza, le paure del passato presero il sopravvento. La più grande di tutte era la paura della morte. Anziché unirsi in uno sforzo comune alimentato dall’amore, ognuno provò a lottare da solo contro questa paura scoprendosi alla fine ancora più solo. Essi vivevano come se avessero dovuto consumare la loro intera essenza nell’arco della vita del corpo. Altri non vivevano affatto pensando che quell’esistenza mortale fosse solo un’illusione e che la vera vita sarebbe arrivata solo dopo la morte del corpo. Molti per combattere la paura del nulla, inventarono idee che potessero vivere oltre la loro esistenza e fecero tanto male agli altri per convincerli delle loro ragioni. Misero confini alla terra, all’acqua e perfino all’aria. Inventarono il possesso delle cose e perfino della terra nell’illusione che questo fosse riconosciuto anche dopo la morte. Poi, finalmente, qualcuno inventò l’interfaccia bioelettronica e, grazie a quest’ultima, alcune persone poterono finalmente vedere dentro se stessi e scoprire come stavano veramente le cose. Essi videro oltre lo spazio a tre dimensioni e videro che gli esseri coscienti sono allungati attraverso molte dimensioni. Sembrano limitati e mortali nelle tre dimensioni ordinarie, ma sono completamente diversi in altre. In alcune essi non sono neppure distinguibili gli uni dagli altri.
L’esistenza che stiamo vivendo è il primo importantissimo passo di una lunga evoluzione che ci porterà, un giorno, tutti insieme, all’origine della vita e dell’armonia. Si tratta di un disegno mirabile. La vita cosciente nasce mescolata alla materia e deve lottare con le paure del livello più basso dell’esistenza per superarle e, con l’esperienza maturata, imparare a vivere fuori dalla materia. Vivendo fuori dalla materia, s’impara ad abbandonare il punto di vista individuale per fondersi con gli altri senza annullarsi.

giovedì 12 aprile 2012

La voce invisibile del vento

Uno pensa di sapere qualcosa finché non scopre di non sapere niente, e a quel punto inizia a comprendere la verità.
Certo, tutto si può evitare finché non succede l’inevitabile.
L’amore è un sentimento molto complesso;è l’atto di maggiore concentrazione mentale di cui siamo capaci per arrivare a individuare una persona tra milioni di altre e renderla desiderabile in modo quasi sovrannaturale!?
Si dice di solito che scegliamo le persone che ci circondano, ma non è vero, sono le circostanze a sceglierle.
L’immaginazione avrebbe imitato i sapori e i colori, che a pensarci bene in realtà erano a loro volta imitazioni, perché normalmente il sapore di vaniglia o di fragola non erano né vaniglia, né fragole vere. Probabilmente corrispondevano a combinazioni chimiche che producevano un effetto che in fondo era un mistero. Come il fatto che certe piante abbiano un gusto amaro o disgustoso per avvisare il corpo che sono dannose. Non era un mistero quella relazione inconscia del corpo con la natura? E a dire il vero, quello che si scopre vivendo è che non solo è un mistero ciò che non si capisce, ma anche ciò che si capisce perfettamente.
Sicuramente solo gli esseri umani vogliono che gli altri sappiano che esistono.
In termini di realtà, le cose poco percettibili non esistono meno di ciò che è molto visibile, sono solo due modi diversi di esistere.
Quando si sogna non si sa che il sogno non è reale, lo si scopre quando ci si sveglia. Sicuramente la necessità di dormire porta l’umanità in mondi in cui comunque si continua a vivere, anche se al risveglio molto di ciò che si è sognato va perduto, forse perché non potremmo sopportare di vivere tante vite allo stesso tempo.
A pensarci bene, tutto era passato e forse lo sforzo e la lotta che ingaggiava l’umanità per afferrare un decimo del presente era eccessiva. Una battaglia quasi fantastica che si combatteva su un margine tanto stretto che esisteva appena, che era un’illusione. Quanto valeva poco il presente, era come trovarsi sul bordo di un vetro rotto.
Con i ricordi e le informazioni che la memoria gestisce senza che noi lo sappiamo, la mente costruisce la realtà di cui ha bisogno per continuare a vivere e, in questo senso, la differenza tra sogno e realtà non è poi così netta!
E in fondo quella situazione sembrava proprio un gioco, uno scherzo e, come tutti i giochi e gli scherzi, prima o poi sarebbe finita. Bisognava pensare anche che i giochi racchiudono sempre trappole e ostacoli per diventare più emozionanti, e ancora più emozionante sarebbe stato che uno dei giocatori non sapesse di stare giocando, ma non per questo il gioco avrebbe smesso di essere solo un gioco.
Pur sapendo che la sua incapacità di tornare a casa era stato un trucco necessario nell’incubo per darsi il tempo di svegliarsi in buone condizioni.
Ci si inganna sempre perché non si dà la priorità alle evidenze, ma ai desideri.
Dopotutto, il mondo si reggeva su così tante bugie che, se fossero crollate, le fondamenta stesse avrebbero ceduto e sarebbero stati inghiottiti tutti quanti. Davanti a una simile prospettiva, forse bisognava chiedersi se valesse la pena conoscere la verità.
Tutto ciò che esiste, esiste perché è nella nostra mente. E non c'è morte peggiore dell’essere dimenticati!