martedì 25 gennaio 2011

La scopa del sistema

Tutto ciò che davvero esiste della mia vita è limitato a quello che se ne può raccontare. Ricerche filosofiche di Wittgeinstein
L’intelligenza non consente per niente di agevolare le soluzioni al problema dell’esistenza reale degli individui; al sentimento di sé come mistificatore; al rimbombare del mondo privato immerso (e agente) in un mondo esterno e pubblico ininterrottamente intento a progettare catastrofi; ai disturbi della percezione di sé.
Il sapere è sempre una ripetizione.
L’universo di ciascuno di noi è profondamente e nettamente e compiutamente diviso in l’Io e l’Altro. Non solo ciascuno dei nostri universi ha questa caratteristica, ma che noi tutti, per natura e senza eccezione, siamo consapevoli del fatto che esso universo sia così diviso, in Io da un lato e Altro dall’altro. Esaustivamente diviso. E’ parte della nostra consapevolezza. Come assioma prescrittivo c’è l’altrettanto indubbiamente vero e inoppugnabile fatto che ciascuno di noi dovrebbe desiderare che il proprio universo fosse il più pieno possibile.
Lei la sua vita può sentirla. Può sentirla purché la storia preveda che la senta; ma non è una situazione reale. A me sembra reale esattamente nella misura in cui ci viene detto che è reale. La vita di quella donna è la storia, e se la storia dice: solo che quello che la donna non sa è che la sua vita non le appartiene. Che lei e la sua vita esistono per un motivo. Mi sta dicendo che la donna deve la propria esistenza a chi la sta raccontando?Nonna dice che ogni racconto si trasforma automaticamente in una specie di sistema, un sistema che controlla tutti i personaggi coinvolti. Per definizione, ogni racconto crea e delimita e definisce. La grassa eppur bella signora non è effettivamente reale, e nella misura in cui è reale è usata, e se reputa di essere reale e di essere non-usata è solo perché il sistema che la deduce e che la usa fa sì per definizione che si senta reale e non-dedotta e non-usata.
Il sogno: dove si colloca? Nel DIO, ecco dove si colloca, cioè nell’inconscio sognante. Interno-Esterno. L’Esterno s’introduce, s’introduce perché l’Interno non funziona. L’Interno non mantiene in funzione la distinzione. L’Interno lascia entrare l’Esterno. Cosa fa l’Esterno?La sporca, sporca di Altro l’Io. Forza la membrana e se la membrana è ciò che rende lei il lei e non lei il non-lei. Che la rende insicuro, rende lei il <<lei>>, insicuro, ossia non più aderente al proprio versante della membrana. E allora cosa succede?Succede che s’interrompe la comunicazione. Lei si disorienta, diventa sospettoso. Le cose non significano quello che significano.
Il significato di una cosa non è più o meno altro che la sua funzione.
Lenore o quantomeno sia sempre strenuamente ancorata alla propria posa e quindi formalmente convinta d’essere nient’altro che l’atto del proprio pensare, l’atto del parlare e raccontare, sicché possiamo limitarci a dire che Lenore è solo l’atto del suo pensare, e che l’unica cosa di cui può essere certa è di essere il proprio pensare!
Sicché, se siamo solo l’atto del nostro pensare, non possiamo pensare a noi stessi. Noi pensiamo tutte e soltanto le cose che non pensino se stesse, che non siano atto del nostro pensare, quindi che siano Altro.
Sicché se pensiamo a noi stessi rispetto al gioco, significa che pensiamo al nostro pensare. Però si è stabilito che l’unica cosa cui non potessimo pensare fosse il nostro pensare, poiché l’oggetto del nostro pensare deve sempre essere Altro. Possiamo pensare solo le cose che non possono pensare se stesse.
Sicché se pensiamo noi stessi, non possiamo essere l’oggetto del nostro pensare.
Se non riconosciamo l’esistenza del sistema, la nostra efficacia e funzione come sue parti è nulla.
L’attaccamento alle cose, ai luoghi, agli altri esseri viventi richiede un dispendio di energie e di attenzione decisamente eccessivo rispetto al valore delle cose così rapportate all’attaccamento. Il tentativo di far sì che il controllo della propria vita dipenda da cose e persone esterne a detta vita è una cosa stupida!
Chi è Gesù?Lui è noi!Noi siamo Lui!Noi siamo Gesù!
Sarete soci del Signore e sarete automaticamente in Cristo. L’uno nell’altro!I vostri desideri diverranno quelli di Cristo, e così più nulla vi mancherà. Perché Gesù non vi mancherà!
L’individuo che è socio di Dio non è forse un individuo che riconosce la funzione che Dio gli ha assegnato, e che trova nella propria anima la forza di portarla a termine?

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