sabato 15 gennaio 2011

Signoria

Gli antichi, con la loro proverbiale fantasia hanno riconosciuto nell’ammasso stellare di questa costellazione la figura mitologica del leggendario cacciatore che insegue le Pleiadi. Si tratta, tuttavia, di semplici fantasie del poeta: la costellazione è composta di stelle, probabilmente gigantesche, che potrebbero non essere affatto in rapporto fra loro. Può darsi, dunque, che una storia così bella non sia altro che un semplice miraggio di prospettiva. Però a volte la fantasia aiuta a rendere più gradevole la realtà!
Si era da tempo reso conto che la vita è fatta d’interazioni e incroci, e che essere intelligenti consisteva semplicemente nella capacità di trovare significati a tutte quelle trame che, per il resto dei mortali, erano solo pure coincidenze aneddotiche.
Padre conosco a fondo la giustizia umana. E’ debole, è arbitraria, è retta da uomini… che possono anche delinquere. La giustizia umana è ingiusta per definizione. L’uomo non ha il potere di decidere… anzi sì, può sapere cos’è il bene e cos’è il male. Chi attribuisce la potestà a chiunque altro di stabilire il tipo di punizione per il colpevole?L’autorità. Il re. Dio. Il re? Dio? Non sanno neanche che esistiamo. Non pensate che ci debba essere un qualche sistema per permettere alla società di difendersi contro le malefatte degli individui?Non siete d’accordo?
Non lo so. Non ho fiducia nella giustizia umana. Diffido degli uomini. La legge è un insieme di arbitrarietà raccolte in un Codice e consolidate dai costumi dell’epoca. E’ per gli esperti del mestiere. Diffido degli uomini. E gli uomini hanno fatto la legge, padre. Sì, ma gli uomini di legge sono uomini d’onore. Dovete avere fiducia in loro. E’ gente onorata. Non è così. E come fate a saperlo con certezza? Sono un giudice, padre.
Le ultime righe del romanzo
Don Rafel si regalò due, tre, quattro secondi di vita, durante i quali si concentrò sul rumore della pioggia, persistente e fragorosa… E sparò. Lo spasmo brutale gli fece saltare la parrucca e il tricorno. Don Rafel Massò i Pujades, cancelliere maggiore del Regio Tribunale di Barcellona, dal picchiettio della pioggia comprese, in un istante, il nudo significato del silenzio.

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