sabato 18 dicembre 2010

La ricerca della felicità




Prima di poter costruire, prima di poter trasformare, prima di poter condannare e distruggere, dobbiamo conoscere ciò che siamo. Se siamo meschini, invidiosi, fatui, avidi; sono proprio queste le qualità che ricreeremo nel mondo che ci circonda.
Se volete conoscere ciò che siete, non potete immaginare o coltivare l’illusione di qualcosa che non siete!
La virtù non è il divenire di ciò che non è; la virtù è la comprensione di ciò che è.
Quando l’azione è costretta da un’idea, non potrà mai liberare l’uomo.
L’unico stato in cui c’è comprensione: quando la mente, che si fonda sull’esperienza, non guida l’azione; quando il pensiero, che si fonda sull’esperienza, non forgia l’azione!
Una mente gravata dalla credenza e dalla conoscenza, difetta della vera comprensione della realtà in sé.
Ogni idea che proviene dalla nostra mente non è nient’altro che un’entità separatrice che rafforza il sé individuale.
L’amore è creazione e può nascere solo quando la mente non è presente, perché la creazione non è il frutto dell’intelletto.
Finché ci sarà l’accumulazione di cose, credenze e conoscenze che ci aiutano a prevenire la sofferenza; avremo la paura di perderle.
I nostri problemi (sociali, ambientali, politici e religiosi) sono talmente complessi che li possiamo risolvere soltanto essendo semplici, non diventando straordinariamente eruditi e intellettualmente sofisticati!
La realtà non è qualcosa di conoscibile attraverso la mente, poiché la mente è il risultato del conosciuto, del passato; perciò la mente deve comprendere se stessa e il proprio funzionamento, e solo allora l’ignoto potrà essere.
Il mondo è il rapporto tra me e gli altri, tra me e gli oggetti che possiedo, tra me e le idee che la mia mente partorisce momento per momento. Tale rapporto è uno specchio in cui posso vedere me stesso; ma la maggior parte di noi vede in quel rapporto, in quello specchio, le cose che preferisce vedere, non ciò che è. Tale visione genere inevitabilmente un processo d’isolamento.
C’è rapporto solo nella misura in cui c’è gratificazione!
Ciò che è importante e capire che l’attore dello sforzo e l’oggetto verso il quale tende sono la stessa cosa!
Può la mente che ha creato i problemi, risolvere quelle difficoltà cui essa stessa ha dato origine?!
Il sé costituisce un problema che il pensiero non può risolvere.
Il tempo non è altro che memoria dell’ieri in rapporto all’oggi, che forgia il domani. In altri termini, ciò che crea il futuro è il ricordo dell’esperienza passata in risposta al presente il che è il frutto del processo del pensiero.
L’atto in sé non può mai essere un problema, ma il pensiero dell’atto crea il problema!
Nel momento in cui siete consapevoli di essere felici, allora cessate di esserlo!
Lo scopo dell’esistenza è prima di tutto ciò che si fa della vita.
La religione è qualcosa che si può trovare soltanto quando la mente ha compreso che essa non è solo rituali e suppliche, e quindi rinuncia ad esse.
La morte è davvero separata dalla vita?O il vivere è un processo del morire?!
Temiamo la morte soltanto quando ci aggrappiamo alla vita!Comprendere la vita è anche comprendere la morte.
Una mente intelligente impara in continuazione, non giunge mai a una conclusione!
Siamo noi essere umani ad essere ossessionati dalla morte perché semplicemente non viviamo, moriamo giorno dopo giorno.
Volete essere amati perché non amate.

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